Cadnum Michael - 1991 - Il predatore by Cadnum Michael

Cadnum Michael - 1991 - Il predatore by Cadnum Michael

autore:Cadnum Michael [Cadnum Michael]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
Tags: Fiction, Horror
ISBN: 9788842907145
Google: 8qwAPQAACAAJ
editore: Nord
pubblicato: 1999-12-31T23:00:00+00:00


25

In passato avevo visto dei cani camminare a tre zampe, e la cosa mi aveva sempre stupito; non avrei mai immaginato che un giorno sarebbe successo anche a me di dover trascinare a quel modo una zampa ferita. Urtai una cancellata e mi trovai dall'altra parte. Che sciocchezza! Stavo lasciando una traccia così facile da seguire, che persino un uomo ci sarebbe riuscito.

Ormai vedevo l'uomo come probabilmente lo consideravano gli animali: pericoloso, incauto, debole e infido. Cercai di correre su tre zampe, e caddi. Per qualche istante rimasi immobile, poi alzai lo sguardo e mi accorsi che non ero solo: una puzzola era ferma di fronte a me.

Aspettai, ansante, che la puzzola passasse, ma quella si limitò ad accucciarsi su una borsa di plastica piena di ossa di pollo, come se le reazioni altrui alla sua presenza l'avessero abituata ad una sicurezza assoluta. L'aggirai lentamente, poi riprovai a correre, finché capii di aver raggiunto un possibile rifugio: un luogo privo d'inganni, e di trappole.

Il mondo degli esseri umani era fatto di progetti, ricordi, immagini di se stessi e dell'universo, ma qui esisteva solo il mondo reale e concreto. Le mie zampe facevano crocchiare gli aghi di pino e la fragranza resinosa era ovunque intorno a me; mi gettai a terra e rotolai sul dorso. Johanna, lampeggiò il pensiero, insistente come uno stillicidio, a lungo andare più forte della roccia. Devo parlare a Johanna, lei sarà in grado di aiutarmi. Ma in quel momento volevo soltanto riposare.

Sentivo un intenso formicolio al fianco, dove la macchina della polizia mi aveva colpito: non era doloroso, ma quell'assenza di sensibilità mi disturbava. Mi rotolai negli aghi di pino e lasciai che la terra rivestisse il mio pelo... mi svegliai sul dorso, grato per l'odore di resina che mi avvolgeva, benefico come un balsamo. Poi trotterellai un po' rigidamente verso un canale d'irrigazione. L'acqua brillava fra l'erba, e un'altra creatura era giunta alla riva prima di me.

Annusò l'aria e s'immobilizzò, mentre io ficcavo il muso nell'acqua, e ne leccavo una sorsata. Per la prima volta mi vidi riflesso: non ero impaurito, né sorpreso di ciò che vidi, ma rimasi a guardare intensamente per parecchi secondi. Non c'era niente di lontanamente umano in me, ed ero enorme; le mie orecchie erano più grandi delle mani d'un uomo, e molto pelose, avevo spalle larghe e sembravo più un orso che un lupo.

Alzai lo sguardo e vidi due occhi che mi fissavano e sembrarono riconoscermi, come se ci fossimo già incontrati in un'altra vita. L'animale era di piccola taglia, ma aveva spalle larghe e zampe simili alle mie; era cauto, e voleva chiamare la sua compagna, ma senza esporsi ad una rapida azione da parte mia. Il fatto che non accennò minimamente a scambiarmi per un uomo mi fece particolarmente piacere.

Il procione si accucciò, fissandomi, e fu chiaro ad entrambi che non avrei attaccato: era muscoloso, troppo muscoloso per essere una facile vittima, eppure non voleva mettermi alla prova. Mentre ci studiavamo reciprocamente sentii nell'aria qualcosa di sbagliato; mi drizzai, volgendo le orecchie verso i rumori lontani.



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